domenica 30 settembre 2018

.SALINA. Andando alla Fossa delle Felci...


È salendo sulla sommità della Fossa delle Felci che si può ammirare l'isola di Salina nella sua completezza. Le più disparate forme della costa traggono origine da due grandi montagne vulcaniche totalmente diverse tra loro.
Scosceso e selvatico il Monte Porri, ospitale e ricco di una vegetazione lussureggiante il Monte Fossa. Su quest'ultimo si può salire solo a piedi. Oltrepassata la sbarra di divieto, sopra Valdichiesa, l'aria pura e ricca di profumi boschivi aiuta, già dopo poche centinaia di metri, a dimenticare di trovarsi a queste altezze. Il paesaggio e il clima diventano quelli della collina e, una volta arrivati in vetta, dell'alta montagna.
Ricchi cespugli di erica, lentisco ed euforbia ci danno il benvenuto lungo il sentiero che attraversa il bosco odoroso e rigoglioso di castagni, querce, pini, corbezzoli che raggiungono i sette-otto metri d'altezza. In primavera l'intero crinale è ravvivato dal caldo giallo della ginestra, una nota di colore d'effetto sorprendente, un'esplosione di natura sulla terra più fertile dell'intero arcipelago.. Il panorama, sempre differente, offre ora uno scorcio di Panarea e Stromboli, ora di Filicudi e Alicudi, ora di Vulcano e Lipari quasi fosse possibile stendere una mano e, almeno con l'immaginazione, tenere in pugno l'intero arcipelago.
Tra gli alberi ormai rari, vi è il leccio che in tempi antichi ammantava l'intero territorio in una impenetrabile foresta. Al cospetto di pini, querce centenarie, lecci secolari e arbusti sempreverdi di più giovane generazione, ci si sente parte di un meraviglioso e complesso mondo, meritevole del più profondo rispetto. Arrivati quasi in vetta, un'improvvisa rottura nel paesaggio riporta lo sguardo all'orizzonte. Ciò accade a causa della fascia tagliafuoco, che gira tutt'intorno al Monte Fossa, privandolo di una parte del suo regale manto. Il paesaggio muta repentinamente. La fitta vegetazione lascia il posto a steppa e rocce. Lo sguardo può spaziare nel cielo in cerca di un'altra sorpresa che il Monte Fossa riserva.
È il Falco della Regina, simbolo di Salina per i naturalisti, dalle spettacolari tecniche di volo e dall'imponente apertura alare. È un uccello molto raro e sembra una velocissima macchia scura nell'azzurro intenso del cielo. Dopo la steppa, ecco le felci, a piccoli gruppi di bassa statura, che aumentano di numero e dimensioni procedendo verso il cratere. Raggiunto un punto panoramico, sul ciglio del cratere, grandi rocce, di un colore cangiante dal bianco al rosso, affiorano dalla sterpaglia. Da qui si possono catturare con un solo sguardo le sette perle del Mediterraneo. Stromboli, con il suo pennacchio, è la più spettacolare.










 È altrettanto spettacolare ammirare il Monte Porri, visibile in tutta la sua imponenza. Ci troviamo sul vulcano più alto dell'intero arcipelago (m. 968 s.l.m.), il suo cratere è profondo cento metri e ha un diametro di 600-700 metri. Ed ecco ancora felci. Invitano a seguirle, delimitano i sentieri, invadono il cratere.








Nessun commento:

Posta un commento