venerdì 26 ottobre 2018

MUSEO ARCHEOLOGICO EOLIANO.

MUSEO ARCHEOLOGICO EOLIANO "LUIGI BERNABO' BREA"grande archeologo e Soprintendente della Sicilia Orientale (1939-1973).
.Il complesso museale sorge sul roccione riolitico del"Castello" di Lipari un'imponente cupola di formazione vulcanica con caratteristiche di fortezza naturale. Il Museo, costituito da sei padiglioni, che accolgono rispettivamente: la Sezione Preistorica, la Sezione Epigrafica, la Sezione delle Isole Minori, la Sezione Classica, la Sezione Vulcanologica, la Sezione di Paleontologia del Quaternario, documenta ed illustra, attraverso i complessi dei reperti esposti, gli insediamenti umani e lo sviluppo delle civiltà succedutesi, nell'Arcipelago Eoliano, dalla Preistoria alle soglie dell'Età Moderna.
Il percorso scientifico è agevolato dal ricco ed esaustivo apparato didattico.
Disponibili per la consultazione del pubblico sono inoltre, all'interno della Sezione Preistorica, della Sezione delle Isole Minori e della Sezione Classica, delle postazioni informatiche di facile accesso per quanti vogliano più ampi spunti di approfondimento, e sui complessi esposti nel Museo e sulle emergenze archeologiche e/o monumentali del Castello
Il percorso scientifico è agevolato dal ricco ed esaustivo apparato didattico. Disponibili per la consultazione del pubblico sono inoltre, all'interno della Sezione Preistorica, della Sezione delle Isole Minori e della Sezione Classica, delle postazioni informatiche di facile accesso per quanti vogliano più ampi spunti di approfondimento, e sui complessi esposti nel Museo e sulle emergenze archeologiche e/o monumentali del Castello.




PIANTA DEL MUSEO DI LIPARI.
1. Sezione preistorica 2. Sezione epigrafica 3. Sezione delle isole minori 4. Sezione di archeologia classica 5. Sezione vulcanologica 6. Sala di paleontologia del quaternario A: fortificazione di epoca spagnola B: Cattedrale di S. Bartolomeo e monastero C: Chiesa della Madonna delle Grazie D: Parco archeologico E: Chiesa di Maria SS Immacolata F: Chiesa di Maria SS Addolorata G: Chiesa di Santa Caterina.


martedì 23 ottobre 2018

LIPARI - PELLICANO SULLA SPIAGGIA -

Sono rarissimi i casi , se ne contano solo due , al Centro recupero Fauna Selvatica di Catania, di ritrovamento in Sicilia di pellicani. Una caso raro , dunque, il ritrovamento lungo il litorale di Marina Lunga a Lipari , di un esemplare di pellicano, ferito nella parte interna di una coscia. Ad accorgersi del volatile, riconoscibile dalla tipica borsa gulare, posta al di sotto del becco, per accumulare il pesce catturato, alcuni operai che stanno realizzando i lavori del lungomare. Si tratta di un volatile piuttosto grosso, che presenta una massiccia struttura corporea, e con un’imponente apertura alare. Potrebbe trattarsi di un esemplare proveniente dalle vicine Turchia o Grecia. Probabilmente è finito alle Eolie, perché ha seguito la rotta di qualche imbarcazione di pescatori. A recuperarlo alcuni operai che hanno immediatamente chiamato i marinai della guardia Costiera. Successivamente sono stati allertati anche il comandante della locale forestale Carmelo Maieli e il veterinario dell’Asl Nino Calabrò. Dopo averlo visitato il sanitario ha deciso di trasferirlo personalmente a Milazzo, dove lo stesso animale è stato prelevato da un agente dell’Azienda Forestale demaniale che lo ha portato presso un centro specializzato di fauna selvatica pressi dei Colli Sarrizzo sopra Messina. 
, a cura di Tiziana Medda
Data notizia: 09/02/2008


domenica 21 ottobre 2018

IL PALEOLAGO DI TIMPONE PATASO A LIPARI.


Tra 125.000 e 80.000 anni fa, in prossimità del centro vulcanico di Timpone Pataso (settore occidentale di Lipari) si è formato un lago, del quale attualmente si osserva la sezione assiale. Il bacino è stato progressivamente colmato dai depositi di materiale piroclastico emesso dal cratere di Monte Sant’Angelo, disposti in strati primari intercalati ad altri messi in posto a seguito di processi di rimobilizzazione sin-deposizionale: questi ultimi contengono i resti delle piante che crescevano sulle rive del lago. I fossili vegetali sono stati oggetto di studio fin dalla prima metà dell’Ottocento. Delle tre specie legnose riscontrate, soltanto la palma nana (Chamaerops humilis) è tuttora presente. L’alloro (Laurus nobilis) è oggi assente allo stato spontaneo, pur essendo diffusamente coltivato nei giardini, e la sua scomparsa potrebbe essere legata ai cambiamenti climatici occorsi durante gli ultimi 80.000 anni, in particolare, al raffreddamento e all’inaridimento generale verificatosi nel Mediterraneo durante l’ultima glaciazione; il citiso delle Eolie (Cytisus aeolicus) è invece scomparso da Lipari in epoca più recente, probabilmente a causa dell’intensa deforestazione, ma sopravvive con piccole popolazioni nelle isole di Stromboli, Vulcano e Alicudi e rappresenta uno tra i più importanti elementi della flora endemica dell’arcipelago. Le ricerche paleobotaniche sulle Eolie hanno preso avvio durante il XIX secolo, grazie agli studi pionieri di Pietro Calcara, Antonio Prestandrea, Juan Vilanova e, soprattutto, Enrico Pirajno di Mandralisca e Charles T. Gaudin; questi ultimi hanno pubblicato nel 1860 il primo lavoro scientifico esclusivamente dedicato ai fossili vegetali di Timpone Pataso, descrivendo una nuova specie (Leguminosites robiniaeformis), il cui effettivo status tassonomico rimane ancora da chiarire. 

LIPARI -CAVE DI CAOLINO -

FOSSILE DI PALMA NANA A LIPARI. - FOSSILE DI FOGLIA D'ALLORO -

Le cave di caolino, oggi abbandonate ma utilizzate già in epoca greca, si aprono sul versante occidentale dell'isola, a poca distanza dall'abitato rurale di Quattropani, affacciandosi sui "timponi" (le formazioni più antiche di Lipari, emerse circa 220.000 anni fa). Il sentiero costeggia le pareti della cava, dove antiche fumarole hanno prodotto vistose policromìe, frutto delle alterazioni delle rocce, un campo fumarolico tuttora attivo, che testimonia come l'isola sia ancora oggi interessata da attività vulcanica, e le pareti tufacee di Timpone Pataso, dove si osservano i depositi stratificati che hanno riempito il lago che esisteva intorno a 100.000 anni fa.Tra le specie fossili più comuni la palma nana, ancora oggi piuttosto diffusa nella zona tanto da averne ispirato il toponimo Palmeto.





















FOSSILE DI PALMA NANA A LIPARI.

I tufi di Tampone Pataso hanno restituito importanti testimonianze fossili relative alle piante che crescevano attorno al paleo lago."Questi reperti conservati nelle collezioni di vari musei geologici (Lausanne,Madrid,Palermo),sono stati oggetto di intenso studio fin dall'ottocento.....Alcuni campioni sono esposti nel castello di Lipari."Fonte:
naturalista Pietro Lo Cascio.





CURIOSITA' SULLA PALMA NANA.- CHAMAEROPS HUMILIS.
Il nome del genere Chamaerops deriva dal greco khamai (piccolo o prostrato) e rhops (cespuglio), in riferimento al portamento contenuto della pianta.
Le palme sono piante molto antiche e la loro origine, datata attraverso i resti fossili, risale a circa 145 milioni di anni fa. L’esemplare più vecchio, piantato nel 1585, si trova nell’orto botanico di Padova ed è noto come palma di Goethe in quanto lo scrittore tedesco affascinato dalla sua bellezza ha voluto dedicarle il famoso saggio Metamorfosi delle piante.









Una foglia di alloro nelle ceneri delle eruzioni di Monte S.Angelo.(piroclastiti a foglie).


Sulla parete di Bagnosecco i livelli di selce si alternano regolarmente agli strati di cenere vulcanica. Probabilmente, gli stessi prodotti caldi causarono le condizioni di sovrasaturazione dell'acqua e la precipitazione della silice sul fondo del lago. Alla base della parete formata dai materiali che riempivano il bacino, si trova ancora una sorgente di acqua satura in silice.











giovedì 18 ottobre 2018

LIPARI -MONTE GUARDIA -

                         -Monte Guardia -

L'evidenza di una natura vulcanica ancora viva sono le fumarole con temperature di 80-90°C, diffuse soprattutto nella zona occidentale dell'isola, fra Timpone Pataso e Timpone Ospedale e nel Vallone Ponte. I gas hanno trasformato i minerali dei prodotti vulcanici in caolino, un materiale già scavato e usato dai Greci nella fabbricazione di vasellame.


LIPARI.

                                    LIPARI.

Lipari, la più ampia delle Isole Eolie con poco meno di 38 km2 di superficie, è la parte emersa di diversi vulcani, la cui base si trova a circa 1000 m di profondità. 
L'attività vulcanica sopra il livello marino è iniziata circa 223.000 anni fa e si è protratta fino al VI sec. d.C. Non ci sono elementi che indicano probabili nuove eruzioni ma, data la longevità dei vulcani, la possibilità, per quanto remota, non è completamente esclusa.



FOTO DI ALICUDI.

                                   Isola di Alicudi vista dal mare.


                                                                                                       

                                  ALICUDI        VISTA DALL'ALTO.                           













                                                                  
                                 

                                 Alicudi :Scoglio Galera                         








                                          ALICUDI PORTO                                                .