domenica 25 novembre 2018

MUSEO ARCHEOLOGICO DI LIPARI.(SINTESI)

I reperti sono esposti in ordine cronologico, cominciando dalla sezione preistorica e proseguendo nelle sezioni dedicate all‘età classica. Le altre sezioni presenti sono quella vulcanologica, molto interessante per capire il contesto delle civiltà che hanno vissuto sulle Isole Eolie, quella epigrafica, quella paleontologica e quella dedicata ai reperti rinvenuti nei relitti di navi affondate nelle acque delle Eolie.
La sezione più interessante e più ricca di pezzi unici è quella dedicata all’età classica: i pezzi esposti sono migliaia, e c’è da perdersi tra le decine e decine di vasi greci decorati in stili diversi a seconda dell’epoca e della provenienza. Tra tutti i reperti presenti nella sezione classica segnalo i più straordinari: una collezione di maschere teatrali greche di terracotta, rinvenute in un corredo funebre, con i principali personaggi delle tragedie e delle commedie greche. Insieme alle maschere sono state trovate anche decine di statuette di terracotta che raffigurano scene teatrali, piccole miniature che non parlano solo di teatro, ma che illustrano anche la vita quotidiana degli abitanti della Magna Grecia.
 
 
 

SALA XXIII del museo archeologico eoliano.


Complesso di terrecotte votive, databili fra gli ultimi decenni del IV e la prima metà del III secolo a.C. : busti e statuette di Demetra o Kore (Persefone) e di altre divinità (Hermes ed Artemide), "pinakes" (quadretti) figurati a rilievo con sacerdotesse in atti rituali e divinità femminili, etc.Dalla necropoli di Lipari proviene il più ricco ed il più antico, "corpus" di terrecotte di soggetto teatrale: una documentazione di straordinario interesse per la più approfondita conoscenza di importanti aspetti del teatro greco. Seguendo l'ordine espositivo: maschere della tragedia, del dramma satiresco (composizioni teatrali di intonazione umoristico o decisamente comico, fra i cui protagonisti figurano satiri) e della Commedia antica (rivolta soprattutto alla caricatura di aspetti della vita politica e sociale dell'epoca). Sono stati identificati i personaggi di diverse tragedie di Sofocle ed Euripide, alcune delle quali non pervenuteci nell'integrità del testo: del primo "Le Trachinie", 1' "Edipo re" e la perduta "Filottete a Troia", del secondo "Le Troiane", 1' "Alcesti" e le perdute "Alexandros", "Chrysippos", "Ecuba"; inoltre la smarrita "Ettore" di Astidamante il giovane (tragediografo del IV secolo a.C.). Un gruppo di maschere dovrebbe riferirsi alle "Ecclesiazuse" (le donne a parlamento) di Aristofane (il maggiore maestro della Commedia Antica) mentre ad una commedia di soggetto mitologico, non pervenutaci, appartengono le due stupende maschere di Eracle e Hades.

Numerosissime sono le statuette di attori della Commedia cosiddetta di mezzo, prevalentemente della seconda metà del IV secolo a.C. vecchi, giovani, schiave e schiavi (anche negri), donne, in diversi tipi variamente atteggiati e caratterizzati. Ancor più cospicuo é il gruppo delle maschere (oltre cinquecento esemplari) di personaggi della Commedia Nuova di Menandro, di ambiente borghese, la cui produzione, nell'ambito della sola prima metà del III secolo a. C. inizia dopo il 290 a.C., anno della morte del commediografo ateniese. I reperti sono esposti in ordine cronologico, cominciando dalla sezione preistorica e proseguendo nelle sezioni dedicate all‘età classica. Le altre sezioni presenti sono quella vulcanologica, molto interessante per capire il contesto delle civiltà che hanno vissuto sulle Isole Eolie, quella epigrafica, quella paleontologica e quella dedicata ai reperti rinvenuti nei relitti di navi affondate nelle acque delle Eolie.

La sezione più interessante e più ricca di pezzi unici è quella dedicata all’età classica: i pezzi esposti sono migliaia, e c’è da perdersi tra le decine e decine di vasi greci decorati in stili diversi a seconda dell’epoca e della provenienza. Tra tutti i reperti presenti nella sezione classica segnalo i più straordinari: una collezione di maschere teatrali greche di terracotta, rinvenute in un corredo funebre, con i principali personaggi delle tragedie e delle commedie greche. Insieme alle maschere sono state trovate anche decine di statuette di terracotta che raffigurano scene teatrali, piccole miniature che non parlano solo di teatro, ma che illustrano anche la vita quotidiana degli abitanti della Magna Grecia. MASCHERE DEL MONDO TEATRALE GRECO.

Il confronto con i testi letterari e l’opera del lessicografo Polluce conferma che il ritrovamento di Lipari – costituito da più di 2500 oggetti, risalenti al periodo della colonizzazione greca dell’isola (580-252 a.C.) – rappresenta per vastità, completezza e organicità, il maggior corpus figurativo esistente e una preziosissima documentazione per la ricostruzione della storia del mondo teatrale greco.1) MASCHERE DI DEIANIRA E DI ARCHELAO ,reative alle TRACHINIE DI SOFOCLE.2) MASCHERE DI EDIPO E GIOCASTA NELL'EDIPO RE.3)MASCHERE DI ECUBA E DELL'ARALDO. TALTIBIO,personaggi delle TROIANE.4)FILOTTETE E PARIDE del Filottete a Troia di Sofocle.





domenica 18 novembre 2018

MUSEO DI LIPARI.CULTURA DEL MILAZZESE.


.SALA V.

Media Età del Bronzo (fine XV-prima metà XIII sec.a.C.), rappresentata dalla "Cultura del Milazzese" (dal nome di un promontorio dell'isola di Panarea), con produzioni di ceramiche somiglianti a quelle siciliane della "Cultura di Thapsos", così da far pensare ad una conquista delle Eolie da parte di genti provenienti, ancora una volta, dalla Sicilia

Con la Sala VI si conclude la visita al Piano Superiore dell’edificio che ospita la Sezione Preistorica e si passa al Piano Terra, ovvero alle Sale VII - X che documentano la Tarda Età del Bronzo e l'Età del Bronzo Finale, nonché il Capeduncole con sopraelevazioni sulle anse, tipiche del tardo appenninico peninsulare momento iniziale della fondazione della colonia greca.
La Tarda Età del Bronzo (seconda metà XIII - fine XII sec. a.C.), rappresentata dalla "Cultura dell’Ausonio I", con tipi ceramici del tutto nuovi, improntati su quelli del Tardo - Appenninico dell’Italia peninsulare da dove, probabilmente, provenivano le genti che in questo momento avrebbero conquistato l’isola. Nelle ceramiche di questa Cultura sono singolari le sopraelevazioni sulle anse delle scodelle, conformate "a cilindro semplice" o "doppio", "a grandi corna", "ad ascia", "a volute contrapposte"
- Ceramica caratteristica dell'Ausonio II.L’Età del Bronzo Finale (XI - X sec. a.C.), rappresentata dalla "Cultura dell’Ausonio II", con la produzione di una ceramica di impasto, decorata a bugne e a solcature, riconducibile a quella della "Cultura Protovillanoviana" della penisola italiana.

















giovedì 15 novembre 2018

PRIMA ETA' DEL BRONZO.

La cultura di Capo Graziano è il nome dello stile dei manufatti provenienti dal villaggio di Capo Graziano nell'isola di Filicudi . Tutti i reperti sono esposti presso il Museo archeologico regionale eoliano.
Sala V :Prima età del bronzo.Cultura di Capo Graziano.(primi secoli del II millennio a.C.). Filicudi:Filo Braccio con disegni stilizzati di uomo ,barche e mare.

Schematizzazione delle incisioni sulla tazza di Filo Braccio. (di Davide Mauro )
Ceramica di Capo Graziano.
Reperti del villaggio S.Vincenzo - Stromboli - (Cultura di Capo Graziano)
Deposito votivo di vari vasi.

Capanna di Capo Graziano.

ENEOLITICO INIZIALE -


MUSEO DI LIPARI
Panarea, ceramica dello “stile di Piano Quartara”Serro Brigadiere di Salina.
- Serro DellAcqua di Salina, ceramica dello stile di Piano Quartara.L'Eneolitico Medio (metà III millennio a.C.), è testimoniato da materiali nel classico "Stile di Piano Conte", provenienti dalla stazione di Serra Fareddu dell’isola di Stromboli e dal contemporaneo insediamento di Serro Brigadiere di Salina.
- Malfa di Salina, corredo funerario.L'Eneolitico Finale (seconda metà III millennio), rappresentato dalla stazione eponima di Piano Quartara dell’isola di Panarea, è scandito attraverso un'esposizione di materiali provenienti, sia dalla stessa isola di Panarea , sia dal Serro dell'Acqua e dal Serro Brigadiere dell'isola di Salina, nonchè da alcuni corredi tombali provenienti da Drautto di Panarea e da Malfa di Salina
 
 
 

SALA IV. FASE MEDIA DELL'ENEOLITICO,INTORNO ALLA META' DEL III MILLENNIO A.C.


"Cultura di Piano Conte" (dal nome di una località dell’isola di Lipari), con una produzione di ceramica bruna decorata a larghi solchi, secondo motivi orientali, anatolici - Ceramica dello “stile di Piano Quartara”. (dal nome di una località dell'isola di Panarea), con una produzione di ceramica piuttosto grossolana, che sembra richiamare culture della Sicilia (Chiusazza, Malpasso, Conca d’Oro) specie nella conformazione "a barchetta" della bocca di alcuni vasi, nonché delle anse, che presentano un andamento "a gomito" con appendice pizzuta .
 

sabato 10 novembre 2018

ALCUNE IMMAGINI DEI REPERTI DEL MUSEO EOLIANO


Il museo è stato realizzato nel secondo dopoguerra e contiene, per la maggior parte, reperti archeologici provenienti da sistematiche campagne di scavo, condotte dagli archeologi Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier, nel territorio delle isole Eolie.

È costituito da oltre 40 sale, ubicate in diversi edifici del complesso del Castello, e suddiviso in diverse sezioni:

Preistorica.
Sezione classica - dedicata ai materiali di età arcaica, classica, romana e bizantina. Sala dell'archeologia subacquea.
Epigrafica - cippi e stele funerarie della necropoli greco-romana di Lipari
Delle Isole minori - reperti preistorici delle isole minori (Punta Milazzese a Panarea, Capo Graziano a Filicudi)
Vulcanologica - geomorfologia e vulcanismo delle Eolie.
Paleontologica - del quaternario
nelle quali sono esposti strutture architettoniche, esempi di scultura in marmo e pietra, corredi funerari, vasi, cippi, steli tombali e sarcofagi in pietra che testimoniano la vita della polis e l'evoluzione del culto dei defunti. Inoltre ceramiche di tipi e fogge varie, maschere teatrali e statue fittili.

Esistono poi due sezioni staccate del museo ubicate sulle isole di Panarea e Filicudi e molti materiali sono esposti nell'Antiquario Civico di Salina.



 
 
 

MUSEO DI LIPARI. -

LA TAZZA DI FILO BRACCIO.

Dal villaggio di Filo Braccio proviene uno dei più interessanti reperti di tutta la cultura di Capo Graziano, si tratta di una tazza con decorazioni incise, rinvenuta presso la capanna F. L'importanza di questa tazza risiede nel fatto che probabilmente è uno dei più antichi esempi di raffigurazione della preistoria italiana (Graziano I). Per quanto faccia parte della cosiddetta cultura di Capo Graziano si può dire che si discosta rispetto ai comuni reperti e trova confronto grafico in materiali da Lipari loc.Pignataro di fuori, nei quali è segnato un incrocio di linee forse raffigurazione della divisione dello spazio celeste e terrestre. Il disegno di Filicudi rappresenta un insieme di linee che secondo alcuni autori può raffigurare una figura umana a braccia aperte, in cui sarebbe possibile notare anche le membra ed il corpo. Secondo altri potrebbe essere un'immagine di un panorama con un elemento lineare, quale limite o approdo. Chiaramente l'intera rappresentazione è stilizzata, così come le onde del mare rappresentate con delle linee a zig-zag e, forse, delle barche formate da linee orizzontali con altre minori verticali. Nel caso della lettura della figura non è chiaro chi sia rappresentato, se un uomo o una divinità, se le barche partono o arrivano, tuttavia è importante dire che è l'unico esempio di rappresentazione complessa, rispetto alle semplici linee di decorazione che troviamo nelle ceramiche anche della seconda fase di Capo Graziano e del Bronzo medio.

venerdì 9 novembre 2018

MUSEO EOLIANO. SALA I ,SALA II ,SALAIII.



Al piano superiore Sala I: prima fase del neolitico eoliano, probabilmente ultimi secoli del V millennio a.C. Insediamento sugli altipiani del Castellaro Vecchio nella parte occidentale dell'isola (circa 400 m. s.l.m.).Alle testimonianze dell'industria dell'ossidiana (lame, nuclei, schegge di lavorazione) che caratterizza anche, come mostra l'ampia esemplificazione esposta, le successive culture del neolitico eoliano, si accompagna la ceramica di impasto di stile "stentinelliano", decorata ad incisioni od impressioni. . (La cultura di Stentinello è una cultura del Neolitico in Italia, il cui sviluppo inizia circa dalla metà del VI millennio a.C.. Prende il nome dal sito di Stentinello, presso Siracusa, nella Sicilia sud-orientale. Il villaggio preistorico fu scavato parzialmente alla fine dell'Ottocento ad opera di Paolo Orsi Altre ricerche vi furono condotte agli inizi del Novecento e negli anni 1960 .



SALA II. Terza fase del neolitico eoliano: intorno al 350 a.C.

Nuovo insediamento sulla Rocca del Castello, caratterizzato dalle ceramiche a motivi meandro spiralici dello Stile di Serra d'Alto. Neolitico Superiore. Ultimi secoli del IV millennio a.C. Abitato nella piana di c.da Diana. Ampie testimonianze della lavorazione dell'ossidiana il cui commercio, all'apogeo, é fonte di grande benessere economico e dell'eccezionale sviluppo demografico dell'isola. Ceramiche a superficie monocroma a vernice corallina dello stile di Diana.
SALA III. Neolitico Superiore. Altra ceramica dalla c.da Diana. Prima fase dell'Eneolitico: primi secoli del III millennio a.C. Insediamento di Spatarella sulle pendici occidentali del Monte Giardino. Insediamento sulla rocca del Castello. Ceramica dello stile di Diana con influenze della cultura precedente ma attestanti, nelle forme e nelle decorazioni, nuovi influssi culturali. Scorie di fusione del rame dal Castello, prima importante testimonianza di lavorazione locale del metallo. Ricostruzione, in due vetrine affiancate, di una sezione stratigrafica da una trincea degli scavi del Castello con la successione dei vari livelli insediativi dal Neolitico medio all'età storica.
 

martedì 6 novembre 2018

MUSEO DI LIPARI.

IL MUSEO ARCHEOLOGICO EOLIANO.

Il Museo Eoliano, creato nel 1954 da Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier ,espone organicamente in diversi edifici,sul Castello di Lipari,complessi di reperti provenienti dagli scavi intensamente condotti dai due studiosi nell'Arcipelago Eoliano dagli anni 40 ad oggi.
La visita inizia dalla SEZIONE PREISTORICA,all'interno del palazzo vescovile,costruito all'inizio del XVIII secolo inglobando i resti di parte del monastero normanno del XII secolo.E' dedicata alle diverse culture preistoriche succedutesi nell'isola di Lipari dal primo stanziamento umano degli ultimi secoli del V millennio (neolitico medio) e,nell'ultima sala,alla topografia di Lipàra greca e della successiva città romana.
L'Acropoli dell'antica Lipàra è un masso di riolite in parte vetrosa che s'innalza dalla piana costiera di Diana e si protende con pareti scoscese nel mare formando due insenature, due porti naturali: Marina Lunga a Nord, Marina Corta a Sud.
Gli scavi eseguiti da Bernabò Brea e da Madeleine Cavalier dal 1950 in poi hanno messo in luce sull'alto del Castello le tracce della città greca e romana e dei villaggi preistorici che l'hanno preceduta, rivelando una stratificazione che raggiunge in qualche punto i nove metri.